L’antica ninna nanna genovese “Popon de pessa” è stata incisa da molti artisti liguri, come Jo Sentiri e Piero Parodi. Questa è la versione, in dialetto, molto dolce di Marco Cambri.
Credo che la mia generazione sia l’ultima ad averla ascoltata dalla voce dei genitori.
A me, la cantava mio padre accompagnandosi con la chitarra.
Me la cantava quando ero piccola ma nei momenti più difficili della mia malattia, quando la paura e il dolore erano devastanti, me la cantava sottovoce per calmarmi.
Tradzione in italiano
Dormi dormi bambino di pezza
che la mamma è andata a messa
il papà è in mezzo al mare
tu da grande non andarci
fai il bravo mi dicevano, tuo padre
prende le onde nel sedere
prende del mare di poppa e di sponda
e poi tutte le frottole che ci racconta
di quella volta che una balena
ha alzato la nave sulla schiena
di quella volta che un pescecane
al timoniere gli ha strappato una mano
di quella notte che c’erano delle onde
che erano più alte del nostro monte
Lo sapete che i marinai
lasciano qui figli e mogli
poi quando ritornano portano a casa
seta profumi odore di sale
rimangono qualche giorno e ripigliano il mare
sono solo capaci a farsi aspettare
Sapessi quanto ho aspettato
e maledetto quel lavoro
quante volte ho detto al mare
che dalla finestra me lo buttasse in casa
sapessi quanto ho aspettato
e maledetto quel lavoro
quante volte per non guardarci
ho socchiuso l’imposta sul mare
Dormi dormi bambino di pezza
che la mamma ti accarezza
il papà fa il marinaio
tu da grande non starlo a fare
grazie Princy, me la ricordo, anche se in casa mia conoscevano solo i primi versi
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…stupenda, dolcissima….il genovese è dolcissimo, un po’ come la lingua portoghese…
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