
L’estate del 1867 sarà triste per i coniugi Verdi. Dapprima arriva loro la notizia che Francesco Maria Piave, librettista di molte opere verdiane, era stato colpito da una paralisi: restò paralizzato per 8 anni e Verdi, sempre generoso, aiutò la moglie e la figlia, in quel lungo e difficile calvario. Ma, le pene del Maestro, in quell’anno, non dovevano finire. Mentre a Parigi si rappresentava il “Don Carlos”, a Busseto le condizioni di Antonio Barezzi andavano peggiorando. I primi giorni del mese di luglio Verdi entrò in uno stato di agitazione perché la consapevolezza che per Barezzi non c’era più nessuna speranza lo gettarono in una soffocante apprensione.
Giuseppina lamentava che il suo carattere fosse diventato impossibile e nota nel diario:
“Io cerco di rialzare il morale di Verdi per l’indisposizione che forse i suoi nervi e la sua immaginazione gli fan considerare più grave. […] Viene molte volte nella mia stanza senza restar fermo in pace 10 minuti. […] Infine egli si è mal montato contro la servitù e contro di me, ch’io non so con quali parole e con qual tono di voce devo parlargli per non offenderlo! Ahimè! come andranno a finire le cose, non lo so, perché il suo umore diventa sempre più inquieto ed iracondo. Possedere tali eminenti qualità ed avere un carattere qualche volta sì aspro e difficile!… […] Dio faccia che si calmi perché io ne soffro assai, e perdo la bussola.”
Il dolore del musicista è sincero. Antonio Barezzi (1787-1867) era stato per lui, oltre che un mecenate, anche un secondo padre e, dopo il matrimonio con Margherita Barezzi, anche suocero. Commerciante e produttore di liquori, dedicava tutto il suo tempo libero alla musica: in casa sua era la sede sede dell’Orchestra Filarmonica bussetana e, quando ebbe occasione di conoscere il piccolo Verdi, capì il suo talento e decise di aiutarlo. Nel 1831 Verdi si trasferisce in casa Barezzi per dare lezioni di pianoforte a Margherita, la maggiore delle quattro figlie del suo ospite, e tra i due nasce un legame sentimentale che, non ostacolato dalla famiglia di lei, viene ufficializzato con il matrimonio nel maggio del 1836. Grazie al sostegno economico del suocero ,Verdi poté recarsi a Milano nel 1832 per approfondire e perfezionare i suoi studi musicali. Anche quando, tra il 1839 e il ’40, Verdi perse i due figli e la stessa Margherita, Barezzi non abbandonò il suo pupillo, difendendolo anche dalle maldicenze dei bussetani, che non approvavano il suo legami con la Strepponi.
Il 21 luglio il vecchio benefattore morì. Verdi scriverà all’amico Arrivabene:
“I dolori succedono ai dolori con una rapidità spaventevole! Il povero signor Antonio, il mio secondo padre, il mio benefattore, il mio amico, colui che m’ha amato tanto, non è più! La sua molta età non vale a mitigare il dolore che è per me grandissimo! Povero signor Antonio! Se vi è una seconda vita Egli vedrà s’io l’ho amato e s’io son grato a quello che ha fatto per me. È morto nelle mie braccia ed ho la consolazione di non avergli mai dato un dispiacere.”
In quell’anno
Gli artisti naturalisti respinti dalla giuria del “Salon” di Parigi avanzano la richiesta di un “Salon des refusés”. A causa dell’esito negativo, tentano di organizzare una grande mostra collettiva a proprie spese, ma senza successo per gli alti costi. È il primo germe della futura “Prima mostra impressionista”
Nel testo critico Mes haines, Emile Zola afferma che l’opera d’arte è una testimonianza della natura, filtrata attraverso la personalità dell’artista.Zola pubblica Teresa Raquin
Ippolito Nievo pubblica Confessioni d’un italiano
Karl Marx pubblica il primo volume de Il capitale
Charles Gounod compone Romeo e Giulietta, opera in cinque atti
Richard Wagner finisce di comporre I maestri cantori di Norimberga, opera in tre atti
A Torino nasce la “Gazzetta Piemontese”, diretta da Vittorio Bersezio. Nel 1895 diventerà “La Stampa”
Inaugurazione della ferrovia del Brennero
Joseph Monier brevetta le prime strutture in cemento armato (vasi e recipienti)
Fonti
http://www.artdreamguide.com/info.htm
Grandissimo Rossi-Lemeni, nelle vesti di Filippo II, voce bellissima.
Si Verdi fu sempre grato a Barezzi, e se non vado errato gli dedico anche l’opera Macbeth.
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luigi: Rossi-Lemeni, anche grande attore.
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È comunque molto bella la vicenda dell’amicizia profonda fra il Genio e il suo benefattore ed amico. Verdi in questo ci è simpatico, anche col suo carattere burbero, perché è un uomo vero, oltre il genio musicale.
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diego: burbero, come i genovesi, coi quali andava d’accordo.
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è bello interloquire con te su Giuseppe Verdi, cara Marina, sembra di parlare con una sua vecchia amica
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diego: il più bel complimento che potessi farmi. bacio
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Non riesco a mettee il “mi piace” ma leggo sempre tanto volentieri i tuoi post su Verdi….un compositore che amo tantissimo!
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fausta: a volte succede anche a me.
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Quanti risvolti ignoti!Grazie x farmi conoscere il maestro nel suo profondo…
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alberto: è un lavoro che mi piace molto.
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maria luisa firpo: benvenuta! E’ il mio autore preferito!
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Ci porti sempre nel cuore dell’artista: sembra di condividere con lui gioie e dolori!!!
Buona domenica, cara Marina! un abbraccio Renata
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renata: a quest’ora, buona settimana!
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Molto bella questa pagina di storia musicale e umana.
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popof: Verdi mi ispira.
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