Parte prima
Questa è la storia di una principessa ma… non una principessa con la corona, i cavalli e i castelli: è la storia di una bambina tanto amata e un po’ viziata, che tutti chiamavano la Principessa sul pisello. Questa bambina, che chiameremo confidenzialmente Princy, viveva in una grande casa con un grande giardino, in un piccolo paese al centro di una verde valle. Princy era amata e coccolata da tutti: dalla mamma, bella come un’attrice, dal papà, grande tenore, dalla bisnonna che raccontava le favole più belle e dalla nonna, grande e leggera come una mongolfiera, che preparava per lei i piatti migliori del mondo. Princy era felice e, a onor del vero, da bimba buona e giudiziosa, ricambiava tanto affetto con altrettanto amore. Ma, un bel giorno, un giorno di primavera, quando l’aria si gonfia di profumi e di luce, un giorno in cui tutto inneggiava alla vita, correndo nel sole, abbagliata di gioia, Princy chiuse gli occhi e non li riaprì più.
A nulla valsero le carezze della mamma, la voce di papà che la chiamava: come la Bella Addormentata nel bosco, placidamente, Princy dormiva e non si svegliava. Furono chiamati medici da tutto il mondo: tutti osservarono, meditarono, curarono ma la bambina continuò a dormire.I mesi passarono: passò l’estate, poi l’autunno e sopraggiunse l’inverno. Il piccolo paese ligure si coprì di neve e, come ogni anno all’arrivo del Natale, la vallata si riempì delle piccole luci degli abeti illuminati. Solo la casa di Princy era buia e silenziosa: la mamma vegliava la sua principessa, papà aveva cessato di cantare, la bisnonna taceva e nella cucina, la nonna cuoceva soltanto minestre e pastina. Rimestando stancamente il tristo brodino, pensava a tutti i pranzetti preparati per la sua nipotina e, improvvisamente, si ricordò dei natali passati…..
……. Il Natale cominciava per loro verso la prima settimana di dicembre e iniziava sul tavolo di cucina che, all’inizio, appariva come un immenso deserto pronto a popolarsi di magiche e profumate creature. Non si trattava solo di gastronomia, di farina o di sughi ma era un vero e proprio rito attraverso il quale, la famiglia si riuniva. All’inizio del mese di dicembre, dunque, cominciavano ad arrivare a casa, con la borsa della spesa, pacchetti odorosi: uvetta, pinoli, cedro, semi di finocchio. Le fragranze si spandevano per la cucina mentre lei osservava con occhio critico gli acquisti che la bisnonna aveva fatto. Poi, un bel giorno, dopo innumerevoli valutazioni e conciliaboli, arrivava una mistica boccetta: l’acqua di fior d’arancio! La faccenda di quest’acqua profumatissima e costosissima non era cosa da poco, specialmente per i genovesi, gente spartana e poco abituata al lusso. Il fatto è che quest’essenza di zagare, venduta solo in farmacia e nelle drogherie meglio fornite, era utilizzata solo a Natale ed era quindi considerata un vero lusso ai quali molti rinunciavano sostituendola con un po’ di marsala. Ma la nonna non era tipo da accettare compromessi: “se nu ghe l’aegua de’ sciuu u nu l’è pandouze” diceva e ogni discussione finiva sul nascere. A parte tutto, la famosa boccetta apriva le danze e finalmente, quando Princy arrivava da scuola, fresca remigina, la mamma le sussurrava: “Oggi si fa il pandolce!”. Da quel momento…..
(continua)
Una commistione Natale-Pasqua, visto che in meridione l’acqua di fiori d’arancio viene usata per la pastiera, dolce di primavera. Ciao Marina, aspetto il seguito anch’io!
Giacinta
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giacinta: verissimo… 🙂
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Che bella questa favola di Natale, aspetto il seguito e ti abbraccio.
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laura: arriva, arriva…
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ho dimenticato di aggiungere, sorry
anche per me l’acqua di fiori di arancio è un ricordo legato alla mia infanzia, mia nonna di origini napoletane, la usava nella pastiera ed il suo profumo annunciava il periodo pasquale….
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cheyenne: il profumo dell’acqua di zagare, per me, dice Natale!
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La seconda parte del racconto ci mostrerà come Princy sta lottando coraggiosamente e con gli occhi ben aperti???
Forse la mia è solo una sintesi molto affrettata, chissà quante altre sorprese ci regalerà 🙂
baci
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Non ci prendo proprio: ti ho già commentata, ma su fb..
Dicevo: aspetto il seguito anch’io, ma con una principessa sveglia, come quella sul pisello, non come la bella addormentata!
Forse.. una fetta di pandolce sortirà l’effetto?!
E che mi dici del pandolce-versione basso? Io lo amo perfino di più..
Un bacio, dolce Princy, alla prossima puntata!
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adriana: basso o alto? Due correnti di pensiero che dividono i liguri… 🙂
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molto bella ed aspetto il seguito
un grande abbraccio
Buon inizio di festività!
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klara: pazienta un paio di giorni…
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Favola delicata e dolce anche più del migliore dei pandolci. Attendo il seguito per raccontarla a figli e nipoti, davanti al camino, nelle feste di Natale.
Ciao e a presto sui ns Blog
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silenzi: solo qualche giorno…
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